Sono le 8 di una luminosa mattina di luglio quando con il mio fidato zaino fotografico sulle spalle suono al citofono di una palazzina alle porte di Milano.
Mi risponde quasi subito una voce maschile che alla mia frase “Ciao sono il fotografo, devo fare le foto a Edmond mentre si prepara” tra una risata e l’altra mi dice “Edmond? Sta ancora dormendo! Ora lo sveglio ma ci vorrà almeno mezz’ora!” e abbassa il citofono continuando a ridere.
Comincia così quella lunga giornata, con i miei occhi sgranati a fissare il citofono ormai muto mentre mentalmente sto già cominciando a pensare alle conseguenze di questo ritardo.
Edmond è di origini camerunensi, con Elena si sono conosciuti ad un corso di danze africane a Milano e da quel giorno non si sono lasciati più. Si sono incontrati grazie ad una di quelle serie apparentemente casuali di coincidenze che qualcuno chiama destino, qualcun altro semplicemente Vita.
Quelle stesse coincidenze che hanno fatto sì che notassi questa coppia qualche mese prima mentre raccontavano la loro storia ad una funzione religiosa nella chiesa di Vittuone, che fantasticassi su quanto mi sarebbe piaciuto fotografare un matrimonio multi razziale come il loro e che fecero squillare il mio cellulare poco meno di un mese più tardi per chiedere informazioni sul loro servizio fotografico.
“Se desideri intensamente qualcosa l’Universo farà in modo che accada”
Finalmente salgo in casa e subito percepisco l’atmosfera gioiosa e rilassata che in un attimo spegne tutti i miei timori per questo ritardo sulla tabella di marcia. Edmond è velocissimo a prepararsi mentre il suo amico gli da una mano, devo addirittura chiedergli di rallentare per riuscire a scattare qualche immagine. L’emozione è tanta ma il sorriso non si spegne mai, è sempre sulle labbra di entrambi, e questa sarà una delle tante cose di questa giornata che mi colpiranno e che rimarranno a lungo impresse nella mia memoria.
Saluto tutti con un “a più tardi” e volo letteralmente dalla sposa. Ad aspettarmi sotto casa sua trovo l’amica e collega Daniela dello studio fotografico Di Luce e D’ombra, il mio preziosissimo e indispensabile braccio destro per tutta la giornata. La sua presenza è stata fondamentale ed oltre che un valido aiuto è stata un’ottima occasione per conoscere ed apprezzare la professionalità di una collega.
Elena è l’emozione fatta persona, luminosa e raggiante. La troviamo nelle mani di Silvana che la sta preparando, mentre la mamma si occupa degli ultimi dettagli per gli ospiti che arriveranno e il papà come da copione si guarda intorno con l’aria di chi ha tutto sotto controllo, ma con lo sguardo che dice tutt’altro.
I preparativi sono decisamente uno dei momenti che preferisco di un matrimonio. C’è quella tensione palpabile che precede un momento importante e quel mosaico di meravigliose emozioni contrastanti che danzano all’unisono. Restare nell’ombra come osservatore esterno e allo stesso tempo sentirsi parte di tutto quello che sta succedendo è sempre qualcosa di speciale. Si abusa spesso della parola “privilegio” quando si parla del nostro ruolo di narratori attraverso le immagini, eppure è difficile definirlo diversamente.
In chiesa la funzione è una cerimonia tradizionale ma con alcuni dettagli che la rendono unica, allietata dai canti e dalla musica etnica degli amici di Edmond. Ci sono momenti di pura gioia, con sposi ed invitati che cantano e ballano al ritmo delle percussioni: difficile descrivere a parole l’energia che fluisce in quel momento.
E sarà solo l’inizio di un pranzo genuino ed una grande festa all’agriturismo Cascina Rosio all’insegna di canti, balli e pervasi da un’allegria contagiosa e davvero impossibile da descrivere a parole.